
Un’accoglienza degna è sempre più urgente
Ennesima tragedia nella tendopoli di San Ferdinando (RC)
Ancora una vittima dello sfruttamento, dell’incuria e dell’invivibilità in cui sono costretti a stare migliaia di nostri simili, soprattutto immigrati, che cercano lavoro e si ritrovano a rischiare la vita. È avvenuto in Calabria dove per la raccolta nelle campagne ogni anno si ammassano centinaia di lavoratori e lavoratrici in vere e proprie baraccopoli, dove la minima distrazione (in questo caso per un fuoco acceso) può costare la vita. È avvenuto in questi giorni a Moussa Ba, giovane senegalese, e così nel tempo a Becky Moses, una giovane donna, e a Suruwa diciottenne rifugiato che sempre in questo luogo era accampato. È un inferno quello in cui sono costretti a vivere migliaia di nostri simili. Gente che fugge da guerre, privazioni e difficoltà di ogni sorta e che in questo luogo del mondo, così ricco e opulento, trova condizioni di vita impossibili. A questo si aggiungono il razzismo, le violenze e lo sfruttamento che sono costretti a subire e la cattiveria della politica con in testa il ministro degli Interni, che non perde occasione per avvelenare il clima con la sua disumanità. Di fronte a questo dramma sa solo invocare altra repressione e deportazioni.
Come vediamo in queste vicende è letteralmente in gioco la vita umana. La battaglia per l’accoglienza degna, contro il razzismo e le violenze è sempre più una battaglia per la vita. Per questo è necessario reagire, unirsi, essere solidali con chi giunge in questo Paese per affermare e far crescere l’umanità di tutti noi. Non possiamo tollerare un attacco simile alla vita umana e per questo c’è bisogno di impegnarsi. Farlo quotidianamente, unendo le persone che più hanno a cuore una vita degna per tutti, combattendo il razzismo che è la strada maestra attraverso cui si afferma l’odio e l’intolleranza.
Uniamoci nella solidarietà e nell’accoglienza perché queste tragedie non si ripetano.
18/02/2019Associazione Antirazzista Interetnica “3 Febbraio”
Web: www.a3f.org – Mail: napoli@a3f.org
Tel: (+39)3465708065
Twitter: @Ass3Febbraio ; FaceBook: Ass3Febbraio















PROPOSTA DI AZIONE DI RESISTENZA NONVIOLENTA





LA COMUNITA’ SI INCONTRA A MIANELLA
INCONTRI GENERALI 2024 – 2025








Ho conosciuto Nicola in alcune riunioni della nuova sinistra napoletana, presente, attivo e sempre molto analitico nei suoi interventi. L’ho conosciuto meglio quando si è avvicinato alla nostra Comunità seguendoci nelle discussioni e nelle iniziative, forse incuriosito anche da questa esperienza singolare di una spiritualità laica. Nicola è stato sicuramente un compagno di vasta cultura e,spesso, lo evidenziavano i suoi lunghissimi, chilometrici commenti sui social (con soventi nostre insofferenze) che spaziavano dalla politica all’arte, dalla storia allo sport, al costume, sempre con competenza e personale partecipazione. A me Nicola è sembrato spesso una persona di altri tempi, in senso positivo, rispetto al cinismo, disumanita’, carrierismo che caratterizza questo nostro tempo. Lui, invece, con la sua gentilezza, generosità, il lavoro di avvocatura al servizio degli ultimi, un aspetto quasi di innocenza fanciullesca. L’impegno per la causa del popolo sahavariano lo ha visto lavorare fino agli ultimi giorni di vita. Adesso, caro Nicola, continueremo ad ascoltarti, stavolta nell’essenza del silenzio, e forse apprezzerete di più la tua voglia di comunicare. Riposa in pace!











































































































































“Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle – Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti“.Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’ (9,13). È un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole “sporcarsi le mani”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano. Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”.
















SABATO 24 FEBBRAIO 2024







accogliere gli altri profughi che arrivano a noi scappando da altre guerre, fame e lager di tortura. Questa crisi sta mettendo in luce come questa Europa non è capace di progettare il suo ruolo geo-politico in un mondo dove tutti siamo sulla stessa barca.





di Domenico Pizzuti


“…E qui rinnovo il mio appello affinché «in considerazione delle circostanze […] si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri»[6]”.“…«Una nuova etica presuppone l’essere consapevoli della necessità che tutti s’impegnino a lavorare insieme per chiudere i rifugi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro che derubano la società, come anche per dire alle nazioni l’importanza di difendere la giustizia e il bene comune al di sopra degli interessi delle imprese e delle multinazionali più potenti»[9]. Questo è il tempo propizio per rinnovare l’architettura finanziaria internazionale[10].”
«che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».





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