
Progetto Pangea – Scampia -REPORT fine agosto 2019.
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“Ogni albero è la dimora segreta di mille creature appariscenti o sconosciute, sorprendenti o sfuggenti, in quella rete finissima di rapporti che forma le fondamenta e la vitalità stessa dell’equilibrio ecologico. Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato” Claudio d’Esposito. WWF Penisola sorrentina.
Un agosto “infame e funesto”, soprattutto perché la “nostra casa brucia”; nessuno può ritenersi proprietario della Terra, essa appartiene a Tutti. Tanti incendi catastrofici, i più terrificanti quelli della Siberia e dell’Amazzonia, dal Brasile all’Equador. Con la complicità del Presidente Jair Bolsonaro, le grandi aziende provocano gli incendi perché vogliono petrolio e pascoli per il bestiame.
Amnesty International dichiara che gli incendi in Amazzonia vanno considerati anche come un attentato ai “diritti umani”.
Un agosto triste anche per la perdita di alcuni amici, in particolare di Gennaro Daniele, socio della prima ora del “Circolo la Gru”, “un cittadino attivo nel paese e nel quartiere, impegnato nel volontariato locale al servizio dei poveri e degli ultimi”.
Non sono, però, mancati a Scampia i momenti interessanti, soprattutto per gli incontri con i molteplici gruppi che hanno deciso di trascorrere parte delle loro vacanze qui, da noi.
5 Agosto. Arriva un gruppo composito. Il Clan Valdagno 4, il Clan Bologna 6, gli Oratori Gurone e Malnate di Varese. E’ un momento di relazione con il territorio ma anche di conoscenza reciproca tra realtà provenienti da diverse parti d’Italia. Oltre all’intenso lavoro di giardinaggio, approfittando anche della presenza di Nino, Ciro e Mirella, nonché di qualche aspirante artista tra gli ospiti, proviamo con successo ad avviare la copertura con vernice protettiva del Murales. Piantiamo anche un mirto donato dal gruppo bolognese. Al termine dei lavori, con mia piacevole sorpresa, i giovani invitano Amos a pranzare con loro portandolo a CasArcobaleno.
12 Agosto. Incontro con il Clan 1 “Il Frantoio“ di Cogoleto (Genova). Un gruppo che veniva da Caserta, ospite del Vescovo Nogaro. Una figura importante per il modo del volontariato e pacifista. Un amico che molti di noi considerano il proprio “vescovo elettivo”. Ne approfitto per inviargli un saluto affettuoso da parte mia e di Scampia. Durante la visita a Largo Battaglia nel presentare le figure del murales, soffermandomi su Marco Mascagna e Claudio Miccoli, forse per opera dei “neuroni specchio”, alla vista di un luccichio negli occhi di alcuni ragazzi, mi sono commoso.
16 Agosto. E’ la volta del Clan Torri di Quartesolo (Vicenza) e del Clan 7 e noviziato di Ancona.
Un Gruppo molto numeroso che ci ha consentito di fare molti lavori, anche di concimare le piante e di dare un grosso contributo alla verniciatura del Murales. Alla mancanza di uno scaletto i ragazzi hanno supplito caricandosi sulle spalle alcuni compagni. Ad un certo punto Ciro ha dovuto lasciarci per andare a lavoro. Devo confessare che mi sono sentito un po’ perso stando da solo ed ho rimpianto l’assenza di Dada, partito per il Malì per incontrare la famiglia e di Amos che, perdendo il riferimento di Melito per la chiusura dello SPRAR, in seguito allo sciagurato “decreto sicurezza” del governo, ha intrapreso un viaggio per Foggia, alla ricerca di un lavoro.
20 Agosto. La Caritas di Pavia con don Dario, è ritornata a Scampia come l’anno scorso, ma con altri giovani. Siamo stati prima al TAN, dove abbiamo assistito alla deposizione delle uova del “podalirio” sui prugnoli. Katia ci ha portato i semi di diverse piante, anche un seme (piuttosto grosso) di Avocado. Durante l’incontro ci siamo soffermati molto sulla necessità di impegnarsi per “la salvaguardia del creato” e la necessità di approfondire la lettura dell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì’”.
22 Agosto. Con Barbara, Biagio e figli, responsabili di Kikù arriva al “Giardino dei cinque continenti e della non violenza” un gruppo condotto da Marzia Caccioppoli dell’Assoc. “Noi Genitori di tutti” onlus. Marzia è una delle madri coraggio della “Terra dei fuochi” che ha perduto una figlia in tenera età. Sono presenti il Gruppo della Parr. “S.Luigi Gonzaga” di Reggio Emilia e la famiglia De Luca di Monza, padre, madre e due figliole, interessati alla problematica delle “periferie”, nelle diverse regioni italiane. Erano presenti anche Mirella, Carlo Sagliocco ed Amos, rientrato dopo aver invano cercato lavoro nelle campagne foggiane. E’ stato un confronto interessante e con alcune connotazioni emotive.
Quasi al tramonto Barbara ha invitato quelli rimasti a prendere un pugno di terra di Scampia da inviare a Cagliari per un interessante progetto nazionale (vedi descrizione sulla pagina facebook Progetto Pangea-Scampia).
26 Agosto. Arrivano quattro rappresentanti dell’Oratorio Parr. S. Martino di Rebbio (Como). Davide, Desan, Loris e Valentina che aiutano soprattutto Amos in diversi lavori di pulizia e di giardinaggio. Davide è incuriosito dall’attenta osservazione dei fiori di Hibiscus da parte di Amos. Scopriamo che gli piacerebbe occuparsi di alveari e della produzione di miele, anche perché il fratello in Ghana vorrebbe avviare questa attività. Davide gli promette del materiale esplicativo e si propone per un breve corso a Scampia sull’argomento.
Nel prossimo mese dobbiamo necessariamente vederci come “rete” per avviare il Progetto Pangea; sarà un anno di svolta, non solo per l’emergenza con cui ci dobbiamo confrontare, ma anche per il rinnovo dei partecipanti alla rete e delle manifestazioni di interesse da parte delle diverse scuole del territorio, alle quali auguriamo un buon anno scolastico, sicuri di poterci incontrare sui percorsi della nonviolenza e dell’ambientalismo attivo.
Aldo
(Circolo la Gru)















PROPOSTA DI AZIONE DI RESISTENZA NONVIOLENTA





LA COMUNITA’ SI INCONTRA A MIANELLA
INCONTRI GENERALI 2024 – 2025








Ho conosciuto Nicola in alcune riunioni della nuova sinistra napoletana, presente, attivo e sempre molto analitico nei suoi interventi. L’ho conosciuto meglio quando si è avvicinato alla nostra Comunità seguendoci nelle discussioni e nelle iniziative, forse incuriosito anche da questa esperienza singolare di una spiritualità laica. Nicola è stato sicuramente un compagno di vasta cultura e,spesso, lo evidenziavano i suoi lunghissimi, chilometrici commenti sui social (con soventi nostre insofferenze) che spaziavano dalla politica all’arte, dalla storia allo sport, al costume, sempre con competenza e personale partecipazione. A me Nicola è sembrato spesso una persona di altri tempi, in senso positivo, rispetto al cinismo, disumanita’, carrierismo che caratterizza questo nostro tempo. Lui, invece, con la sua gentilezza, generosità, il lavoro di avvocatura al servizio degli ultimi, un aspetto quasi di innocenza fanciullesca. L’impegno per la causa del popolo sahavariano lo ha visto lavorare fino agli ultimi giorni di vita. Adesso, caro Nicola, continueremo ad ascoltarti, stavolta nell’essenza del silenzio, e forse apprezzerete di più la tua voglia di comunicare. Riposa in pace!











































































































































“Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle – Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti“.Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’ (9,13). È un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole “sporcarsi le mani”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano. Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”.
















SABATO 24 FEBBRAIO 2024







accogliere gli altri profughi che arrivano a noi scappando da altre guerre, fame e lager di tortura. Questa crisi sta mettendo in luce come questa Europa non è capace di progettare il suo ruolo geo-politico in un mondo dove tutti siamo sulla stessa barca.





di Domenico Pizzuti


“…E qui rinnovo il mio appello affinché «in considerazione delle circostanze […] si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri»[6]”.“…«Una nuova etica presuppone l’essere consapevoli della necessità che tutti s’impegnino a lavorare insieme per chiudere i rifugi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro che derubano la società, come anche per dire alle nazioni l’importanza di difendere la giustizia e il bene comune al di sopra degli interessi delle imprese e delle multinazionali più potenti»[9]. Questo è il tempo propizio per rinnovare l’architettura finanziaria internazionale[10].”
«che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».





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