
CORONAVIRUS, SCAMPIA: AL VIA CROWDFUNDING PER I BENI PRIMARI
COMUNICATO STAMPA
CHI ROM E CHI NO E CENTRO CHIKU: “EMERGENZA ESASPERA ESCLUSIONE SOCIALE”
Napoli, 18 marzo 2020 – L’emergenza per il Coronavirus ha generato un cambiamento senza precedenti. I rischi per la salute e i relativi decreti hanno bloccato il Paese. A tutti è stato rivolto l’appello #iorestoacasa. Su questa pur indispensabile esigenza, che rischia di diventare però anche una retorica, si pongono alcune domande per chi vive territori di periferia come Scampia, della provincia, dei quartieri popolari del centro storico: cosa accade a chi una casa non ce l’ha? E per chi la casa è un luogo di sofferenza per la presenza di nuclei familiari numerosi in pochi metri quadrati o per la presenza di persone fragili, disabili o non autosufficienti? E se la casa rappresenta un rischio per le donne e bambini vittime di violenza di genere?
Questa crisi rischia di creare nuove disuguaglianze e far crescere isolamento, depressione e rabbia nelle persone, come ha denunciato tra gli altri il Forum Disuguaglianze Diversità. A queste domande bisogna fornire una risposta. Oltre alla questione abitativa c’è il dramma del reddito. In un quartiere come Scampia, (ma certamente ce ne sono tantissimi) con il 40% del tasso di disoccupazione ci sono intere famiglie che basano il proprio reddito su lavori informali, saltuari e a nero, di ogni tipo: ambulanti, garzoni, pulizie a domicilio. Come faranno queste fasce popolari?
E ancora la questione istruzione. Le scuole si attrezzano con lezioni on line. Come faranno quelle famiglie più vulnerabili e fragili che non hanno un pc o in quelle aree dove non arriva la copertura del WI FI come un campo rom? Tutti quelli che non riescono ad accedere al sistema di istruzione a distanza saranno tagliati fuori?
“Come associazione chi rom e…chi no e Centro Chikù – dichiarano Barbara Pierro, Biagio Di Bennardo e Emma Ferulano – in relazione da sempre con le fasce più precarie della popolazione, in particolare le comunità rom residenti nei campi e in case della città metropolitana, vittime di sistematiche discriminazioni e violazioni dei diritti umani, e comunità italiane residenti nei rioni popolari, in particolare bambini, giovani e donne, colpiti da una cronica disoccupazione e normalmente esclusi dai circuiti lavorativi e sociali, denunciamo quanto con i nostri occhi e orecchie sentiamo, vediamo e raccontiamo accadere sulla pelle di tanti, troppi, sempre gli stessi esclusi e contemporaneamente insieme alle realtà con cui da sempre ci confrontiamo e operiamo, facciamo un richiamo alla responsabilità collettiva e istituzionale per allargare sempre di più e consolidare in questo momento di particolare crisi, una rete di solidarietà per sostenere chi vive ai margini, in baracca, in luoghi remoti e fuori dall’orbita di azione delle amministrazioni, soprattutto durante una emergenza mai vista prima, che esaspera isolamento e povertà”.
“Come cittadini e attivisti – aggiungono – richiamiamo l’attenzione in primis della politica affinchè si faccia carico di chi vive forme di esclusione sociale e le sensibilità di tutti, di ciascuno e ciascuna per sostenere in questo momento preciso quanti vivono sulla soglia della sopravvivenza e rischiano di non farcela. È giunto il momento, ora più che mai, di sovvertire, piantare semi di solidarietà per essere più forti e pretendere maggiore uguaglianza e giustizia sociale nel futuro”.
A Scampia una ampia comunità si sta organizzando per fornire le prime risposte resilienti. Abbiamo lanciato un crowdfunding su buonacausa.org insieme a tutta le rete sociale, i fondi verranno usati per l’acquisto di beni di prima necessità per garantire la sopravvivenza di almeno un mese per le comunità del territorio metropolitano a partire dai rom ma senza escludere nessuno, almeno 800 persone, con una altissima percentuale di minori e giovani. Servono risposte immediate e universali, noi vogliamo attivare forma di organizzazioni dal basso ma è necessaria la risposta delle istituzioni a ogni livello. Nessuno deve essere lasciato solo.
COMUNICATO STAMPA COMBATTI LA PAURA, SOSTIENI IL QUARTIERE BAM | BRIGATA DI APPOGGIO MUTUO
Nasce a Scampia la Brigata di Appoggio Mutuo. Per superare insieme quest’emergenza e le insicurezze a cui siamo esposti, il mutualismo e la solidarietà sono la vera cura. La BAM è un’organizzazione autonoma, nata a Scampia, di supporto agli abitanti e alle abitanti per fronteggiare l’epidemia del COVID-19. Le BAM nasce dall’unione di realtà di base, associazioni, attivisti, religiosi, volontari e volontarie del quartiere dell’Area Nord di Napoli. La struttura è in crescita grazie al contributo di risorse e competenze che si intrecciano per portare avanti la sua mission. In questo momento ci è richiesto di stare in casa per proteggerci e proteggere, in molti però non hanno le adeguate tutele sociali ed economiche, dunque ci stiamo adoperando affinché nessuno venga lasciato indietro, nessuna venga lasciata sola. Sappiamo che questa crisi sanitaria, economica e sociale durerà a lungo e a pagarla saranno tutte le categorie escluse dal Cura Italia e gli ultimi e le ultime della società. E’ giunto il momento del mutuo aiuto e della solidarietà. Insieme, con le dovute precauzioni (con un’adeguata formazione a cura dell’Asl, Distretto 28), con il sostegno di tutte e tutti, vogliamo combattere la paura e le difficoltà, sostenendoci a vicenda. Siamo partiti con una campagna di Crowfounding lanciata dall’associazione chi rom e…chi no insieme alla rete dei Gesuiti, delle Suore della Provvidenza, della comunità del Lasalliani, sul portale buona causa dal titolo Andrà tutto bene! Ma a chi? https://buonacausa.org/cause/chiromechino, ponendo l’accento su tre temi fondamentali: CASA, REDDITO, ISTRUZIONE. Rispetto alla casa bisogna sottolineare la fragilità che vivono tantissime persone che vivono in territori di periferia come Scampia, della provincia, dei quartieri popolari del centro storico rispetto ai quali la casa rappresenta è un luogo poco sicuro per la presenza di nuclei familiari numerosi in pochi metri quadrati o per la presenza di persone fragili, disabili, o un luogo di sofferenza per le donne e bambini vittime di violenza di genere, o un luogo fortemente precario o inesistente come nel caso delle tante comunità rom che vivono nei campi. Per quanto riguarda il reddito, questa crisi rischia di creare nuove disuguaglianze e far crescere isolamento, depressione e rabbia nelle persone, come ha denunciato tra gli altri il Forum Disuguaglianze Diversità, in un quartiere come Scampia, (ma certamente ce ne sono tantissimi) con il 40% del tasso di disoccupazione ci sono intere famiglie che basano il proprio reddito su lavori informali, saltuari e a nero, di ogni tipo: ambulanti, garzoni, pulizie a domicilio e che non hanno accesso al reddito di cittadinanza. Come faranno queste fasce popolari a sbarcare il lunario? Il Governo ha appuntato nelle ultime ore un decreto per la creazione di un reddito di emergenza, ma quando, come e per chi non è ancora chiaro, intanto tantissime famiglie e persone sono in grave emergenza da quasi un mese e i tempi, purtroppo per la fine dell’emergenza non appaiano ancora chiari ma certamente ci aspettano ancora alcuni mesi difficili. Non ultima la questione dell’istruzione. Le scuole si attrezzano con lezioni on line. Come faranno quelle famiglie più vulnerabili e fragili che non hanno un pc o in quelle aree dove non arriva la copertura del WI FI come un campo rom? Tutti quelli che non riescono ad accedere al sistema di istruzione a distanza, per assenza di mezzi o perché con poche risorse culturali saranno tagliati fuori? Partendo da queste riflessioni raccolte dalla nostra azione di prossimità come comunità al fianco di chi vive situazioni di marginalità, sentiamo fondamentale da un lato contribuire ad una narrazione che metta a fuoco situazioni che rischiano di restare sommerse e per le quali è necessario che le istituzioni preposte si attivino con programmi chiari e con azioni tempestive, dall’altro però sentiamo necessario contribuire attivando e consolidando la rete di mutualismo e solidarietà umana e sociale intorno a chi in questo momento vede acuire le proprie difficoltà vivendo già in una situazione di grande precarietà e disagio. Con i fondi raccolti siamo riusciti fino ad ora grazie anche al contributo del Banco Alimentare, dei donatori privati ad acquistare beni di prima necessità con due distribuzioni raggiungendo oltre 900 persone, ma molto resta ancora da fare! Per questo con una struttura che si arricchisce con il contributo di tanti che stanno sostenendo il nostro appello affinchè nessuno resti indietro e solo, abbiamo lanciato in successione al crowdfunding, le BAM, Brigate di mutuo aiuto, abbiamo attivato un centralino e attraverso un incrocio di domanda/bisogno e risorse che si rendono disponibili raccogliamo in un data base – nel rispetto generale delle norme sulla privacy, situazioni diverse: – famiglie che vivono situazioni di grave indigenza (per le quali è necessario attivare un servizio di copertura alimentare e igienico-sanitaria), – persone che pur non vivendo situazioni di indigenza hanno difficoltà di mobilità (per le quali è previsto un sistema di consegna della spesa a domicilio), – Famiglie con difficoltà nel campo dell’istruzione Il crowfunding ci consente di provvedere all’acquisto di beni di prima necessità: cibo, prodotti sanitari e per l’igiene, medicine. La rete di solidarietà si estende con il coinvolgimento diretto di produttori di alimenti. E’ a disposizione uno sportello di consulenza legale, e saranno presto attivi sportelli di consulenza professionale: medici, pediatri, psicologi, educatori. Con questa nostra azione non vogliamo deresponsabilizzare chi, a livello nazionale in questi anni non ha fatto altro che tagliare la sanità pubblica e nemmeno le istituzioni pubbliche locali che non hanno previsto alcuna misura di sostegno per i soggetti più fragili e vulnerabili. Non vogliamo sostituirci ai servizi pubblici ma con la nostra azione concreta vogliamo denunciare uno stato di ingiustizia sociale e disuguaglianza che in una fase di emergenza globale come questa è ancora più evidente. Ora più -che mai necessitiamo di uno sforzo collettivo che – dal basso – riesca ad immaginarsi e ad organizzare un modello di comunità virtuoso e solidale che può fare la differenza, mettendo a disposizione risorse e competenze, in rete con altri gruppi sul territorio cittadino, nazionale e internazionale. Si può collaborare diventando volontari o condividendo con la BAM le competenze e parte del proprio tempo, scrivendo un messaggio alla pagina Facebook: BAM – Brigata di Appoggio Mutuo Napoli oppure telefonando al centralino: 3396561544 Segui gli aggiornamenti sulle pagine FB della BAM e di chi rom e…chi no. TUTTI E TUTTE DOBBIAMO DARE QUALCOSA AFFINCHE’ NESSUNO DEBBA DARE TUTTO. Per le donazioni collegati al sito: https://buonacausa.org/cause/chiromechino Per info e contatti: chi rom e…chi no: 3388525697/3488842827 Comunità Gesuiti Padre Eraldo: 3296338333 Centralino BAM: 3396561544















PROPOSTA DI AZIONE DI RESISTENZA NONVIOLENTA





LA COMUNITA’ SI INCONTRA A MIANELLA
INCONTRI GENERALI 2024 – 2025








Ho conosciuto Nicola in alcune riunioni della nuova sinistra napoletana, presente, attivo e sempre molto analitico nei suoi interventi. L’ho conosciuto meglio quando si è avvicinato alla nostra Comunità seguendoci nelle discussioni e nelle iniziative, forse incuriosito anche da questa esperienza singolare di una spiritualità laica. Nicola è stato sicuramente un compagno di vasta cultura e,spesso, lo evidenziavano i suoi lunghissimi, chilometrici commenti sui social (con soventi nostre insofferenze) che spaziavano dalla politica all’arte, dalla storia allo sport, al costume, sempre con competenza e personale partecipazione. A me Nicola è sembrato spesso una persona di altri tempi, in senso positivo, rispetto al cinismo, disumanita’, carrierismo che caratterizza questo nostro tempo. Lui, invece, con la sua gentilezza, generosità, il lavoro di avvocatura al servizio degli ultimi, un aspetto quasi di innocenza fanciullesca. L’impegno per la causa del popolo sahavariano lo ha visto lavorare fino agli ultimi giorni di vita. Adesso, caro Nicola, continueremo ad ascoltarti, stavolta nell’essenza del silenzio, e forse apprezzerete di più la tua voglia di comunicare. Riposa in pace!











































































































































“Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle – Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti“.Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’ (9,13). È un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole “sporcarsi le mani”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano. Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”.
















SABATO 24 FEBBRAIO 2024







accogliere gli altri profughi che arrivano a noi scappando da altre guerre, fame e lager di tortura. Questa crisi sta mettendo in luce come questa Europa non è capace di progettare il suo ruolo geo-politico in un mondo dove tutti siamo sulla stessa barca.





di Domenico Pizzuti


“…E qui rinnovo il mio appello affinché «in considerazione delle circostanze […] si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri»[6]”.“…«Una nuova etica presuppone l’essere consapevoli della necessità che tutti s’impegnino a lavorare insieme per chiudere i rifugi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro che derubano la società, come anche per dire alle nazioni l’importanza di difendere la giustizia e il bene comune al di sopra degli interessi delle imprese e delle multinazionali più potenti»[9]. Questo è il tempo propizio per rinnovare l’architettura finanziaria internazionale[10].”
«che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».





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