
Non chiamatela unità, se è solo paura di cambiare
Rocco Femia
“Riunificare la Chiesa”? No, rassicurare un mondo che non c’è più. Questa mia riflessione nasce da un’intervista rilasciata oggi dal cardinale Ruini a «Il Fatto Quotidiano». Un’intervista che, in una frase, dice molto: «L’elezione di Leone XIV ha prodotto con sorprendente rapidità un fondamentale risultato: riunificare la Chiesa cattolica». Basta questa frase per capire la profondità dell’ipocrisia di una certa Chiesa. Riunificare? Ma quale Chiesa è stata divisa? Forse la Chiesa dei cardinali inquieti, che si sono sentiti messi in discussione da un Papa che parlava di poveri, di pace, di vangelo vissuto e non solo predicato? Forse la Chiesa dei nostalgici, che rimpiangono la stabilità di un ordine gerarchico che si perpetua senza interrogarsi? No, caro Ruini. La Chiesa non si è divisa per colpa di Francesco. La Chiesa si è rivelata per quello che è: una comunità viva, fatta di tensioni, di ferite, di diversità. Una Chiesa dove non tutti hanno accolto l’invito di Francesco a “uscire”, a “camminare insieme”, a rompere i muri dell’ipocrisia clericale. Ad aprire la porta per far entrare la gente. Tutta la gente. Parlare oggi di “riunificazione” significa in realtà dire: “Finalmente un Papa che ci rassicura. Che parla il nostro linguaggio. Che non ci chiede troppo. Che non ci fa paura.” È solo il ritorno a un linguaggio familiare — la stola, la mozzetta, la dottrina “sicura” — come se il passato fosse stato un Eden da rimpiangere, e non un peso da trasformare. Ma una Chiesa unita perché placata, perché normalizzata, non è una Chiesa evangelica. È una Chiesa addomesticata. Un club per pochi, non una casa per tutti. La vera unità — quella che Francesco ha provato a seminare — non è uniformità, non è silenzio compiacente. È unità nella diversità, nella tensione, nel coraggio di cambiare. Se Leone XIV vorrà davvero “riunificare la Chiesa”, non basterà rassicurare i cardinali. Dovrà parlare alle donne. Dovrà ascoltare i laici. Dovrà riconoscere i peccati della Chiesa e non coprirli. Dovrà restituire la parola a chi non l’ha mai avuta. Dovrà accogliere il grido di Gaza e il pianto degli abusi. Dovrà lasciare spazio allo Spirito, anche quando il vento sarà forte. Se questo non accadrà, allora la frase di Ruini sarà solo un’altra maschera di quella ipocrisia ecclesiastica che predica l’unità, ma teme la verità. _________________________________________________ Articolo pubblicato il 1.6.2025 nella pagina fb dell’autore.
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