
Le sfide di Leone XIV: il papa del poliedro e della riforma integrale
José Manuel Vidal
Senza volergli dare compiti a casa – perché Leone XIV, il papa venuto dal meticciato americano e delle periferie, li ha sicuramente ben chiaro – la Chiesa e il mondo intero guardano oggi al balcone di San Pietro con speranza e aspettativa. Il nuovo pontefice, Robert Prevost, assume il timone in un momento di cambiamento di epoca, non solo di epoca di cambiamento, e dopo essere succeduto a Francesco, un papa Magno, che ha inaugurato la primavera della Chiesa. Ma le sfide che eredita e che la comunità cattolica gli pone sono tanto urgenti quanto inevitabili.
1. Rendere concreta la sinodalità nella vita realeIl processo sinodale, eredità di Francesco, esige ora di approdare alla base: parrocchie e diocesi con consigli pastorali veramente decisionali e non solo consultivi. È tempo di passare dal discorso alla pratica, dall’ascolto alla reale corresponsabilità, perché il Popolo di Dio sia soggetto attivo e non mero spettatore della vita ecclesiale. Leone XIV deve promuovere strutture in cui la voce dei laici, delle donne e dei giovani abbiano un peso reale nel processo decisionale e dove la sinodalità cessi di essere uno slogan e diventi il modo abituale di camminare insieme.
2. Donne: in attesa dell’accesso all’altareLa Chiesa ha un debito storico nei confronti della donna. Aprire completamente la porta al diaconato e al presbiterato femminile è una questione in sospeso che non può essere ulteriormente rinviata. Leone XIV deve essere il papa che rompa il soffitto di cristallo per le donne nella Chiesa e renda realtà l’uguaglianza di tutti i battezzati davanti all’altare e nella loro missione. Non si tratta solo di giustizia, ma di fedeltà al Vangelo e alla realtà di una Chiesa in cui le donne già sostengono la fede e la vita comunitaria in tutti i continenti.
3. Tolleranza zero per gli abusi La piaga degli abusi esige una risposta ferma: tolleranza zero, riparazioni complete (anche finanziarie) e la centralità delle vittime. Leone XIV deve sradicare la cultura del silenzio e dell’impunità e fare della Chiesa uno spazio sicuro e trasparente. Solo così potrà riconquistare la credibilità e la fiducia dei fedeli e della società, sanando ferite profonde e impedendo che l’orrore si ripeta.
4. Conversione del papatoIl tempo del papa monarca, unipersonale e assolutista sta giungendo al termine. Leone XIV è chiamato a promuovere una conversione del papato verso un modello collegiale di servizio e di corresponsabilità, dove il potere è esercitato come comunione e non come imposizione. Un papato che ascolti, dialoghi e condivida il peso con il collegio dei vescovi e con tutto il popolo di Dio, in una Chiesa veramente circolare e non piramidale.
5. «Viri probati» e celibato facoltativo La scarsità di vocazioni e la realtà pastorale di molti territori sollecitano l’approvazione dei «viri probati» – uomini sposati di provata virtù – e l’apertura del dibattito sul celibato facoltativo, affinché l’Eucaristia giunga in ogni angolo del mondo. Leone XIV deve essere coraggioso e pragmatico, dando priorità all’accesso ai sacramenti e alla vita comunitaria rispetto alle tradizioni che, pur essendo preziose, non sono dogmi di fede. Il carisma del celibato acquisterebbe autenticità diventando facoltativo.
6. Dialogo interreligioso ed ecumenismo del poliedroL’unità nella diversità è la grande sfida del XXI secolo. Leone XIV deve essere il papa del poliedro: aperto a tutte le religioni, costruttore di ponti tra i cristiani e promotore di un vero ecumenismo, dove la pluralità non sia una minaccia ma una ricchezza. Solo così la Chiesa potrà essere segno di fratellanza universale e testimonianza credibile in un mondo segnato dalla frammentazione e dai conflitti. Unità dei cristiani ora, pur mantenendo la loro diversità!
7. Riforma della morale sessualeLa morale sessuale ha bisogno di essere aggiornata alla luce della realtà e della misericordia. Leone XIV deve guidare una riflessione profonda, senza tabù né condanne, che accolga e sostenga tutte le persone, comprese le coppie omosessuali e i divorziati risposati. Si tratta di passare dalla norma alla persona, dal giudizio all’accettazione e da una moralità di divieti a un’etica di amore e cura.
8. Riforma del Codice di Diritto Canonico I cambiamenti sinodali e pastorali devono riflettersi nel diritto della Chiesa. È urgente una riforma del Codice di Diritto Canonico, che tenga conto della nuova ecclesiologia e delle esigenze del Popolo di Dio. Il diritto deve essere al servizio della vita, della missione e della misericordia; non deve essere un ostacolo allo Spirito o una camicia di forza per la creatività pastorale.
9. Chiesa inclusiva Mantenere la Chiesa come una casa aperta a tutti, senza esclusioni né confini, è il grande compito della misericordia. Leone XIV deve garantire una Chiesa dove tutti trovino accoglienza, ascolto e dignità. Nessuno dovrebbe sentirsi estraneo, rifiutato o indegno; tutti hanno un posto alla tavola del Signore, dai gay ai transessuali alle persone LGBTI+.
10. Chiesa dei poveri e dei crocifissi Il Vangelo è chiaro: la Chiesa deve essere un rifugio per gli impoveriti, gli scartati e i crocifissi della terra. Leone XIV è chiamato a mettere al centro gli ultimi e ad essere la voce profetica che denuncia le ingiustizie del sistema. Solo così sarà fedele a Gesù di Nazareth, che si è identificato con chi soffre e ha lottato per un’umanità più giusta e fraterna. Solo così il popolo santo di Dio continuerà a sperimentare la Chiesa come suo ospedale da campo e sua casa comune di speranza.
11. Lotta per la pace e il dialogo In un mondo segnato dalla guerra e dalla polarizzazione, il papa deve essere l’apostolo della pace e del dialogo, usando le parole e l’incontro come unici strumenti per risolvere i conflitti. Leone XIV deve essere un mediatore, un profeta e un seminatore di riconciliazione, dimostrando che un’altra politica e un’altra umanità sono possibili.
12. Difesa della casa comuneLa crisi ecologica è un’emergenza spirituale e morale. Leone XIV deve continuare e approfondire la difesa della nostra casa comune e dell’ecologia integrale, come ha chiesto Francesco nella «Laudato si’». È in gioco il futuro del pianeta e delle generazioni future, e la Chiesa deve essere in prima linea nella conversione ecologica globale.Leone XIV non parte da zero. Eredita la barca di Francesco (e di Pietro), scossa, ma anche piena di potenzialità e di Spirito. La sfida è immensa: essere il papa del poliedro, dell’inclusione, della riforma e della speranza. Il papa che, senza paura, osa sognare e plasmare la Chiesa di domani. Il papa della primavera.__________________________________________________Articolo pubblicato il 10.5.2025 nel Blog dell’Autore in Religión Digital (www.religiondigital.com) Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli















PROPOSTA DI AZIONE DI RESISTENZA NONVIOLENTA





LA COMUNITA’ SI INCONTRA A MIANELLA
INCONTRI GENERALI 2024 – 2025








Ho conosciuto Nicola in alcune riunioni della nuova sinistra napoletana, presente, attivo e sempre molto analitico nei suoi interventi. L’ho conosciuto meglio quando si è avvicinato alla nostra Comunità seguendoci nelle discussioni e nelle iniziative, forse incuriosito anche da questa esperienza singolare di una spiritualità laica. Nicola è stato sicuramente un compagno di vasta cultura e,spesso, lo evidenziavano i suoi lunghissimi, chilometrici commenti sui social (con soventi nostre insofferenze) che spaziavano dalla politica all’arte, dalla storia allo sport, al costume, sempre con competenza e personale partecipazione. A me Nicola è sembrato spesso una persona di altri tempi, in senso positivo, rispetto al cinismo, disumanita’, carrierismo che caratterizza questo nostro tempo. Lui, invece, con la sua gentilezza, generosità, il lavoro di avvocatura al servizio degli ultimi, un aspetto quasi di innocenza fanciullesca. L’impegno per la causa del popolo sahavariano lo ha visto lavorare fino agli ultimi giorni di vita. Adesso, caro Nicola, continueremo ad ascoltarti, stavolta nell’essenza del silenzio, e forse apprezzerete di più la tua voglia di comunicare. Riposa in pace!











































































































































“Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle – Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti“.Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’ (9,13). È un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole “sporcarsi le mani”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano. Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”.
















SABATO 24 FEBBRAIO 2024







accogliere gli altri profughi che arrivano a noi scappando da altre guerre, fame e lager di tortura. Questa crisi sta mettendo in luce come questa Europa non è capace di progettare il suo ruolo geo-politico in un mondo dove tutti siamo sulla stessa barca.





di Domenico Pizzuti


“…E qui rinnovo il mio appello affinché «in considerazione delle circostanze […] si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri»[6]”.“…«Una nuova etica presuppone l’essere consapevoli della necessità che tutti s’impegnino a lavorare insieme per chiudere i rifugi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro che derubano la società, come anche per dire alle nazioni l’importanza di difendere la giustizia e il bene comune al di sopra degli interessi delle imprese e delle multinazionali più potenti»[9]. Questo è il tempo propizio per rinnovare l’architettura finanziaria internazionale[10].”
«che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».





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