
“E’ RISUSCITATO
31 marzo 2015 moriva Ortensio da Spinetoli. Frate Cappuccino, biblista competente e appassionato, seminatore di speranza, testimone della fede, costruttore di una chiesa aperta e gesuanica. A dieci anni rimane nitido il ricordo delle sue parole e del suo esempio che hanno sostenuto e rafforzato la mia fede in Cristo Gesù.
ORTENSIO DA SPINETOLI
L’esistenza di Gesù si chiude sulla croce. Qui i suoi amici e nemici l’hanno visto per l’ultima volta sulla terra e non l’hanno più rincontrato. La sua sopravvivenza o la sua continuità nel mondo di Dio e della risurrezione è solo una proposta di fede. Si può ritenere vera, ma non ci sono prove, verifiche atte a eliminare qualsiasi perplessità o riserva. Nell’animo di chi crede può esservi la piena convinzione che Gesù sia vivo, ma è certezza morale, non sperimentale.Le “prove” sicure della risurrezione di Gesù sono le sue parole ai discepoli mentre era in vita. Solo ad esse, infatti, fa appello l’angelo mentre cerca di spiegare alle donne l’accaduto (cf. Lc. 24,6-7). I discepoli non avevano certamente capito che cosa certe allusioni del maestro avessero voluto dire, ma dopo l’avvenimento, se ne “sono ricordati” e hanno compreso qualcosa di più che in precedenza. Alla fine sono riusciti a far proprio l’intero messaggio, a credere.La fede nella risurrezione, negli stessi diretti seguaci di Gesù non è nata in un batter d’occhio, nella sera stessa di Pasqua come sembra far capire Giovanni (20,19), ma forse dopo una certa attesa, verosimilmente dopo una lunga pausa di ripensamento e di riflessione.La risurrezione è un mistero ed è bene che rimanga tale se si vuole proporre come il messaggio centrale della fede cristiana, come ha fatto Paolo nell’Areopago (Atti 17,31-32).Gesù è veramente risorto non perché lo hanno visto le donne, Pietro, Maria di Magdala e i dodici, ma perché intere comunità di Palestina, dell’Asia o della Grecia vivono della sua testimonianza ed esperienza. Esse non sono tali perché hanno visto il Signore risorto, ma perché cercano di vivere per gli stessi ideali per cui lui è vissuto e morto. Sono esse il suo “corpo” vivo, afferma Paolo, un organismo operante che testifica la sua “presenza” nel tempo e oltre la storia (1 Cor. 6,15; 12,27). Per il primo apostolo sono le “pietre vive” di cui si compone la nuova chiesa (1 Pt. 2,5).La risurrezione di Gesù è l’annunzio, la proposta essenziale della fede cristiana. E non è una parola magica, ma un programma di vita nuova, spirituale, celeste che tende farsi breccia nel tempo. Vi credono tutti coloro che fanno compiere un passo avanti alla storia avvicinandola all’eternità. Forse sono molto di più di quanto si pensi indipendentemente dalle loro convinzioni e confessioni religiose”.(Ortensio da Spinetoli, Bibbia e Catechismo, Paideia, Brescia 1999, pagg.152-160Mi piaceCommentaCondividi















PROPOSTA DI AZIONE DI RESISTENZA NONVIOLENTA





LA COMUNITA’ SI INCONTRA A MIANELLA
INCONTRI GENERALI 2024 – 2025








Ho conosciuto Nicola in alcune riunioni della nuova sinistra napoletana, presente, attivo e sempre molto analitico nei suoi interventi. L’ho conosciuto meglio quando si è avvicinato alla nostra Comunità seguendoci nelle discussioni e nelle iniziative, forse incuriosito anche da questa esperienza singolare di una spiritualità laica. Nicola è stato sicuramente un compagno di vasta cultura e,spesso, lo evidenziavano i suoi lunghissimi, chilometrici commenti sui social (con soventi nostre insofferenze) che spaziavano dalla politica all’arte, dalla storia allo sport, al costume, sempre con competenza e personale partecipazione. A me Nicola è sembrato spesso una persona di altri tempi, in senso positivo, rispetto al cinismo, disumanita’, carrierismo che caratterizza questo nostro tempo. Lui, invece, con la sua gentilezza, generosità, il lavoro di avvocatura al servizio degli ultimi, un aspetto quasi di innocenza fanciullesca. L’impegno per la causa del popolo sahavariano lo ha visto lavorare fino agli ultimi giorni di vita. Adesso, caro Nicola, continueremo ad ascoltarti, stavolta nell’essenza del silenzio, e forse apprezzerete di più la tua voglia di comunicare. Riposa in pace!











































































































































“Il Signore promette ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo, ma ha bisogno di noi per rendere efficace la sua promessa. Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le necessità dei fratelli e delle sorelle – Ha bisogno delle nostre mani per soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse nel silenzio, talvolta complice, di molti“.Andate a imparare che cosa vuol dire: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici’ (9,13). È un’accusa diretta verso l’ipocrisia sterile di chi non vuole “sporcarsi le mani”, come il sacerdote e il levita della parabola del Buon Samaritano. Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari, invece di ponti”.
















SABATO 24 FEBBRAIO 2024







accogliere gli altri profughi che arrivano a noi scappando da altre guerre, fame e lager di tortura. Questa crisi sta mettendo in luce come questa Europa non è capace di progettare il suo ruolo geo-politico in un mondo dove tutti siamo sulla stessa barca.





di Domenico Pizzuti


“…E qui rinnovo il mio appello affinché «in considerazione delle circostanze […] si mettano in condizione tutti gli Stati, di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri»[6]”.“…«Una nuova etica presuppone l’essere consapevoli della necessità che tutti s’impegnino a lavorare insieme per chiudere i rifugi fiscali, evitare le evasioni e il riciclaggio di denaro che derubano la società, come anche per dire alle nazioni l’importanza di difendere la giustizia e il bene comune al di sopra degli interessi delle imprese e delle multinazionali più potenti»[9]. Questo è il tempo propizio per rinnovare l’architettura finanziaria internazionale[10].”
«che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».





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