
Amnesty International definisce apartheid il sistema messo in atto da Israele contro i palestinesi
In un nuovo rapporto di 278 pagine pubblicato in questi giorni, Amnesty International descrive il sistema legale messo in atto da Israele contro i palestinesi come pienamente rientrante nella definizione internazionale di apartheid—ossia un regime istituzionalizzato di oppressione e dominazione di un gruppo etnico su un altro.Già lo scorso anno, la ong israeliana per i diritti umani B’Tselem aveva detto che Israele era ormai “uno stato fondato sull’apartheid”. Alla fine del 2021, anche Human Rights Watch aveva condannato le politiche discriminatorie nei confronti della popolazione palestinese, sostenendo che le autorità israeliane avessero ormai “varcato la soglia” dell’apartheid.La segretaria generale di Amnesty International Agnès Callamard ha spiegato che “Il nostro rapporto rivela la reale dimensione del regime di apartheid di Israele. Che vivano a Gaza, a Gerusalemme Est, a Hebron o in Israele, i palestinesi sono trattati come un gruppo razziale inferiore e sono sistematicamente privati dei loro diritti.”Callamard ha invitato la comunità internazionale ad agire contro le “crudeli politiche israeliane di segregazione, spossessamento ed esclusione in tutti i territori sotto il loro controllo,” aggiungendo che “l’apartheid non ha posto nel nostro mondo e gli stati che scelgono di essere indulgenti verso Israele si troveranno a loro volta dal lato sbagliato della storia.Ancora prima che fosse pubblicato, il rapporto ha sollevato forti proteste tra istituzioni e media israeliani, che hanno accusato Amnesty International di tenere un “doppio standard” e rigettato ogni accusa. In un comunicato ufficiale, il ministro degli esteri israeliano Yair Lapid ha affermato che il rapporto punta a “demonizzare Israele e accendere il fuoco dell’antisemitismo.”Il ministro degli esteri dell’Autorità palestinese Riyad al Malki ha elogiato il rapporto perché è una “dettagliata descrizione” del “razzismo, dell’esclusione, dell’oppressione e del colonialismo” che i palestinesi sono costretti a subire ogni giorno, mentre molte persone hanno sottolineato come questo riconoscimento sia arrivato troppo tardi.
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